STARTUP INNOVATIVE: DECALOGO DEGLI ERRORI DA EVITARE NEL PROGETTO

15 dicembre 2017

Il percorso per la creazione di una startup di successo è irto di ostacoli e spesso reso difficile da una serie di errori che potrebbero essere evitati se noti prima dell’avvio del progetto. Avere un’idea imprenditoriale brillante è di certo un vantaggio competitivo non indifferente, tuttavia la vera difficoltà è quella di tradurre questa visione in fatti concreti. Per fare ciò bisogna uscire allo scoperto, confrontarsi con il mercato, esplorare i potenziali clienti e valutare le principali problematiche che, nella maggior parte dei casi, si sviluppano in fase progettuale. Quali sono gli errori più comuni commessi nella creazione di una startup innovativa? Come evitarli? 


Startup = competenze + entusiasmo è un’equazione che trova sempre più piede in questo decennio. Di solito le startup falliscono per errori nelle fasi iniziali di vita in quanto il loro prodotto o servizio non funziona, in sostanza, non vende.

 

POSSIBILI ERRORI CHE DISTRUGGONO LA STARTUP

Investimenti, piccoli o grandi, bruciati perché l’idea, in fin dei conti, non era poi così originale. Altre cause possono poi essere un regime di tassazione soffocante (specie in Italia), finanziamenti introvabili, costi fuori controllo ma soprattutto errori strategici.

 

ERRORI NEL BUSINELL MODEL

Molte iniziative sono fallite perché non avevano chiaro il proprio business model: costi, ricavi, clienti, canali, risorse, piattaforme. Uno startupper, fin dal primo giorno, deve accettare che un Business Plan contiene una serie di ipotesi non verificate. La sua attenzione deve essere quindi finalizzata alla validazione di tutte le ipotesi formulate. In generale è di fondamentale importanza stabilire il modello dal quale partire, anche per dimostrare serietà e organizzazione agli occhi di clienti e potenziali investitori.

 

ERRORI NELL'INCAPACITA' DI APPRENDIMENTO

L’apprendimento è parte del processo. Gli sbagli, gli errori e gli insuccessi ne sono parte integrante. A differenza di un business consolidato che concentra le sue attività nell'esecuzione, una startup può attraversare un lungo periodo di ricerca. L’unico modo per trovare la giusta via è quello di condurre esperimenti e testarne le ipotesi. Quando gli esperimenti restituiscono un esito negativo (fail) si deve impostare la prossima mossa iterando grazie all'apprendimento ottenuto. Questo processo ciclico si applica a molti componenti del business model. La passione: è il carburante di ogni startup. Senza un team motivato, la startup rischia di essere morta già dal primo giorno: ci vogliono persone predisposte al caos, all'incertezza e allo stress.

 

ORGANIZZAZIONE E CHIAREZZA DEI RUOLI

Dove mancano questi elementi, è difficile fare strada. Senza ruoli ben definiti, o peggio ancora sovrapposti, è arduo prendere delle decisioni. È bene dunque definire i limiti di azione di ciascun componente del team, in base alle competenze e all'esperienza. Il confronto non deve mai mancare, specie all'inizio, ma è essenziale che definita la strategia da seguire, ognuno agisca nel rispetto dei ruoli assegnati. Le startup necessitano di un’organizzazione a suo agio con il caos, con continui cambiamenti e con la mancanza di certezze. Persone che sono desiderose di scovare un business model ripetibile e scalabile, felici di celebrare un fallimento quando questo ha portato apprendimento e iterazione, capaci di ascoltare le critiche dei clienti e individuare di conseguenza l’area di intervento (prodotto, presentazione, prezzo, tipologia cliente) ma soprattutto empatiche con il cliente comprendendone le necessità o problemi.

 

ERRORI NEL MERCATO

La tipologia di mercato influenza e definisce il comportamento della startup dalla tipologia di clienti fino alle attività di acquisizione e investimento. In questa sede possono essere commessi errori perché una delle chiavi di lettura per la loro differenziazione è la relazione tra il prodotto/servizio e il mercato a cui fanno riferimento. Portare un nuovo prodotto dentro un nuovo mercato, portare un nuovo prodotto dentro un mercato esistente o infine portare un prodotto esistente dentro un nuovo mercato. I possibili errori sotto esposto non è esaustivo ed esiste di certo un elenco parallelo di aziende che si sono affermate pur incappando in uno o più di questi errori.

 

AVERE SOLO UN FONDATORE

Spesso gli imprenditori non ammettono di aver bisogno d’aiuto, pretendendo di poter fare tutto autonomamente, per lo meno in fase di avvio della startup. Essere competenti in tutti i campi necessari allo sviluppo del business è una caratteristica molto rara, anzi praticamente utopistica. Ciò può rivelarsi sbagliato: affidarsi alla guida di qualcuno che comprenda l’idea di fondo dell’impresa e si impegni per svilupparla può rappresentare una risorsa fondamentale, soprattutto all'inizio.

 

PESSIMA LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA

Anche la sede è importante: vi sono città o regioni prolifiche di startup, in cui è più facile creare sinergie e sviluppare il network giusto, componente fondamentale del successo di un imprenditore. Altri luoghi, invece, in cui per mancanza di cultura verso il rischio imprenditoriale, per i costi e per la burocrazia queste ne diventano i principali ostacoli.

 

MERCATO TROPPO DI NICCHIA

Un’idea valida può essere di difficile sostenibilità se diretta a una platea di consumatori molto ristretta o relativa a settori ad alto tasso di specializzazione. Idea poco originale e già esistente Un prodotto nuovo può non essere adatto all'avvio di un’impresa se non è connotato da quel minimo di originalità destinata a distinguerlo dagli altri.

 

OSTINAZIONE ECCESSIVA

L’ostinazione, seppure è una caratteristica che lo startupper deve possedere, rischia di affossare il progetto se non accompagnata da una consapevolezza delle proprie capacità e delle altre variabili da cui dipende il successo di una startup, come ad esempio il mercato di riferimento del prodotto o del servizio da lanciare. Ascoltare i consigli e i feedback che arrivano dall'esterno, sono un ottimo modo per evitare di far deragliare il proprio progetto.

 

ASSUMERE PERSONALE FRETTOLASAMENTE

Quando arrivano i primi finanziamenti, gli startupper iniziano ad assumere personale, spesso troppo in fretta, senza una reale conoscenza delle competenze di ciascuno. I collaboratori vanno selezionati con accuratezza e soltanto dopo aver delineato la mission aziendale, così la stessa potrà essere compresa e sposata dai dipendenti futuri.

 

SCEGLIERE PIATTAFORME POCO PRODUTTIVE

Anche la scelta della piattaforma può rivelarsi un “Epic fail” ossia un fallimento epico se non congeniale alla tipologia di utenti cui è destinata oppure inadatta al tipo di business che si intende lanciare.

 

LANCIARE IL PRODOTTO TROPPO TARDI

Alcuni startupper rimandano di continuo l’entrata sul mercato, timorosi di ottenere scarso successo. Bisogna avere pazienza e cercare di individuare il momento ottimale per avviare il business, considerando che lanciare il prodotto troppo tardi può esser causa di ingresso sul mercato da parte di potenziali competitors.

 

LANCIARE IL PRODOTTO TROPPO PRESTO

Alcuni startupper, motivati dall'entusiasmo, si affrettano a commercializzare i propri prodotti o servizi quando ancora non sono stati progettati e realizzati nella versione definitiva. Quindi commettono l’errore di lanciare il proprio prodotto/servizio in anticipo generando un problema. Questo sicuramente è meno dannoso rispetto alla lentezza ma avere l’accortezza di immettere sul mercato una soluzione di business con i giusti tempi rispetto ad essere in anticipo significa vedere effettivi guadagni dopo mesi o addirittura anni.

 

NON AVERE IN TESTA CHI POSSA ESSERE L'UTENTE

La fase di avvio di un’impresa deve essere assolutamente focalizzata sui clienti e i consumatori: si devono prioritariamente analizzare e capire le loro esigenze. Una volta compiuto questo step si rimodella il prodotto affinché risulti il più utile possibile alla clientela di riferimento. In tale fase è di fondamentale importanza saper raccogliere e recepire quanti più feedback possibili.

 

RACCOGLIERE POCHE RISORSE FINANZIARIE DA INVESTITORI

I problemi arrivano quando non si raccolgono abbastanza risorse finanziarie, quando se ne raccolgono troppe senza avere un piano preciso di investimento e quando, una volta raccolte, si sperperano in direzioni non funzionali e non ottimali per il business. Ottenerli e farli fruttare al meglio è una delle chiavi del successo di una startup. Effettuare un fundraising non sufficiente alla realizzazione del progetto è un errore dello startupper.

 

SPENDERE TROPPO

Anche con un Business Plan dettagliato, difficilmente si riesce a fare in modo che le previsioni rispecchino le aspettative. E’ consigliabile quindi avere una parte dei fondi come cuscinetto per le emergenze e le spese improvvise.

 

RACCOGLIERE TROPPI SOLDI

Durante il fundraising l’unico obiettivo è spesso quello di raccogliere troppi soldi il più possibile. Nelle prime fasi di vita il valore pre-money di una startup non è ovviamente elevato, pertanto raccogliere diversi milioni di euro potrebbe essere svantaggioso sia per lo startupper che per l’azienda; perché? Il motivo è principalmente quello di dover ridurre la propria quota societaria a pochi punti percentuali. In questo modo ovviamente gli altri soci potranno allontanare il founder quando lo riterranno più opportuno, avendo la maggioranza, e far seguire al vostro progetto un percorso completamente diverso da quello previsto.

 

SCARSA GESTIONE DEGLI INVESTITORI

La startup oltre ad avere bisogno di un prodotto, di un mercato e di clienti, ha bisogno di qualcuno che la finanzi e le dia quella spinta iniziale per partire. Gli investitori si dividono in diverse fasce e tipologie d’investimento. Generalmente per le startup appena nate esistono degli investimenti di tipo “seed” effettuati prevalentemente da “Business Angels”, che oltre a investire sull’azienda, danno utili consigli.

 

PENSARE SOLO ALLE IPOTESI DI PROFITTO SACRIFICANDO I DESIDERI DEGLI UTENTI

Dedicare poche energie e poco impegno nello sviluppo del prodotto o del servizio per soddisfare al meglio i bisogni della clientela, focalizzandosi soltanto sulle misure da adottare per aumentare la marginalità, è un altro errore che può far fallire una startup.

 

NON VOLERSI SPORCARE LE MANI

Essere startupper vuol dire possedere la capacità di trasformare un’idea in realtà. Per farlo occorre mettersi in gioco e curare ogni aspetto di tale delicato percorso. Non si può creare e avviare una startup di successo pensando di poter risolvere ogni problema davanti al proprio pc, bisogna saper chiedere aiuto e ascoltare gli altri.

 

CONFLITTI TRA SOCI/FONDATORI

Il maggior rischio che si corre quando più persone lavorano su un’idea è quello di trovarsi in disaccordo. Molte volte sono proprio le dispute tra cofondatori a far naufragare un progetto. Per evitare di incappare in questo problema bisogna scegliere accuratamente i soci, definire sin dagli albori dell’idea imprenditoriale i ruoli, concordare un Business Plan insieme e stabilire sin dall'inizio delle regole ben precise senza alcun timore di metterle nero su bianco con contratti.

 

MANCANZA DI CONVINZIONE E CORAGGIO

Sviluppare un’idea e farne una startup richiede tanti sforzi. Per fare lo startupper serve una buona dose di coraggio, soprattutto in tempi incerti e bui come questo, non c’è tempo per ansie e preoccupazioni inutili. Non è affidandosi a questi esempi come modelli di riferimento che si evitano “fallimenti” di startup, ma è invece un buon punto di partenza “conoscere” e “prevenire” questi errori per non “cascarci” a propria volta.

 

 

 di Gerardo Urti - Consulente GU Capital - Socio & Membro Direttivo IBAN, Milano

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