15 Aprile 2025

I DEAL DEL MESE DI MARZO 2025

Il mercato italiano del private equity ha avviato il 2025 con un ritmo decisamente sostenuto, registrando 108 nuovi investimenti nel primo trimestre dell’anno, registrando un trimestre record.

Dopo un gennaio-febbraio particolarmente dinamico, con 80 operazioni concluse, il mese di marzo ha evidenziato un lieve rallentamento, attestandosi a 28 deals finalizzati, in calo rispetto ai 36 dello stesso mese nel 2024. Tuttavia, il bilancio complessivo del trimestre rimane estremamente positivo.

Nel confronto con gli anni precedenti, il primo trimestre del 2024 aveva totalizzato 104 operazioni, mentre il 2023 si era chiuso con 83 deal. L’attuale risultato conferma la resilienza del mercato italiano del private equity, che riesce a mantenere elevati livelli di attività nonostante le persistenti criticità sul piano macroeconomico, dalle turbolenze finanziarie globali alle incertezze geopolitiche, e le difficoltà connesse alla tenuta dell’economia reale.

Il mercato continua a mostrare una forte concentrazione sul mid market, mantenendo allo stesso tempo una significativa presenza di operazioni di taglio più rilevante, in linea con quanto osservato anche nel 2024. Le operazioni di buy out hanno costituito il 79% dei deal complessivi nel solo mese di marzo, seguite da interventi nel comparto infrastrutturale (14%). Rilevante anche la quota degli add on, pari al 46%, confermando la strategia degli operatori volta a rafforzare le partecipate tramite acquisizioni sinergiche, oltre alla ricerca di nuove opportunità di investimento.

A livello geografico, il Nord Italia si conferma il principale baricentro degli investimenti, con la Lombardia e il Veneto in evidenza, ma con buone performance anche nel Lazio e nel Friuli-Venezia Giulia. I settori maggiormente coinvolti sono beni di consumo, clean-tech, servizi e ICT, con i primi due comparti che da soli rappresentano circa la metà delle operazioni mappate.

Da segnalare anche l’elevata partecipazione di investitori esteri, che hanno preso parte al 79% delle operazioni concluse in Italia, un dato significativamente superiore alla media storica recente.

Infine, per quanto concerne l’attività outbound, si sono rilevate tre operazioni di acquisizione diretta all’estero condotte da player italiani e due add on esteri realizzati da società italiane con il supporto di fondi di private equity.